renato porfido_AltroversoBiografia: Renato Porfido. 37 anni. Attore cinematografico, teatrale e televisivo. Formazione teatrale: diplomato al Teatro Nuovo di Torino. Ha frequentato numerosi stage con famosi registi e casting director. Attore poliedrico, ha interpretato ruoli brillanti, comici, drammatici. Numerosi i ruoli in fiction televisive, film e cortometraggi, spot pubblicitari. Si è cimentato nel 2013 nella regia con la realizzazione del cortometraggio “CHASING”, selezionato al Torino Film Festival 2013 e in altri, ottenendo anche una menzione per alti meriti culturali, ancora in distribuzione in Italia e all’estero. Nel film è anche interprete principale .

Intervista

D. Quando hai scoperto il teatro e deciso di voler fare l’attore? Come hai mosso i primi passi della tua carriera?
R. Come dice Arnoldo Foà, i motivi per cui si decide di entrare nel mondo dello spettacolo possono essere tanti. Sicuramente, molti sono attratti dalla scena perché si sono sempre sentiti un po’ “attori dentro”, altri si presentano ai casting come comparse perché è di moda e perché si guadagna qualcosa, altri ancora perché sognano di far parte di un ambiente “dorato” e di diventare come i loro idoli televisivi e cinematografici. Avevo 21 anni e anch’io mi sentivo un po’ “attore dentro” quando facevo spanciare dalle risate i ragazzi che lavoravano nella mia impresa edile. Il lavoro nel cantiere era duro e pesante e ogni tanto per staccare mi esibivo in sketch comici e parodie di vita quotidiana. I solai delle case in costruzione si trasformavano per magia in veri e propri palcoscenici ed io mi sentivo trasportato da una forza interiore che mi faceva dimenticare i panni del geometra impresario e mi proiettava in un mondo surreale. Le risate , gli applausi e i complimenti erano assicurati. Sapevo emozionare. Un giorno sentii il bisogno di confermare questo, sentivo l’esigenza di capire se avevo le doti necessarie per diventare attore oppure se ero soltanto una sorta di intrattenitore o semplicemente una persona che aveva buona comunicativa. Avevo appena finito di lavorare in metropolitana e mentre ero alla ricerca di un’altra occupazione mi capitò di andare a fare un casting per comparse al Cineporto di Torino per la fiction “La donna della domenica” regia di Giulio Base. Non fu casuale ritrovarmi a questo casting perché il mondo dello spettacolo mi ha sempre affascinato. Dal 2000 son diventato un frequentatore di corsi per attori e attori comici sulla piazza di Torino e Milano, ma il tutto per pura passione. Per “La donna della domenica” venni scelto per fare l’autista nonché l’autista del commissario Santamaria, Giampaolo Morelli attore principale della fiction. Durante una pausa di quei venti giorni lavorativi che mi ero conquistato, lessi sul giornale “La Stampa” che il Teatro Nuovo di Torino effettuava un’audizione per l’inserimento di aspiranti attori in un Corso Attori finanziato dalla Comunità Europea. E così superai l’audizione e mi trovai nel mondo del teatro.

D. Il tuo modo di concepire il teatro presuppone un “attore cosciente di quello che sta facendo”, ci descrivi come interpreti il tuo mestiere e il tuo rapporto con il Teatro?
R. La scuola del Teatro è stata un’esperienza indimenticabile che mi ha dato delle ottime fondamenta per poter iniziare a svolgere seriamente questa che era una passione, ma che ormai era diventato un lavoro. Mi impegnava dalle otto alle dieci ore al giorno, tutti i giorni. Ringrazio ancora oggi gli insegnanti/registi che mi hanno seguito in questo percorso con professionalità e dedizione. Avevo una concezione totalmente differente del teatro, pensavo fosse qualcosa di “vecchio” di “finto”, infatti inizialmente ero un po’ perplesso. Io volevo fare l’attore cinematografico e televisivo. Però ho scoperto un mondo nuovo, un teatro fresco, nuovo, moderno, innovativo e molto realista. I personaggi, a differenza di ciò che pensavo, anche se in ambientazioni ottocentesche, erano attualissimi, si muovevano sul palco come se fossero fuori dal teatro. Devo veramente ringraziare i miei maestri e i fondatori del Teatro Nuovo di Torino.

D. Qual è l’ esperienza professionale che ti ha dato finora maggiori soddisfazioni?
R. Ogni esperienza mi riempie di enormi soddisfazioni perché lavorare con grandi artisti, che prima di allora avevo visto solo sullo schermo di un cinema o di un televisore, mi fa sentire all’altezza della situazione. Ovviamente, visto che parliamo di amore per questo lavoro, e “la prima volta non si scorda mai”, durante la scuola del Teatro Nuovo di Torino, ogni tanto andavo anche a Milano a fare qualche provino per qualche spot, venni scelto per fare il cameriere nello spot dell’Amplifon al fianco di Lino Banfi. Ero con un’ icona della comicità italiana, potete immaginare quel giorno come mi sentivo.

D. Tra i personaggi che hai interpretato qual è quello al quale sei più legato? e quello che più rispecchia la tua vera personalità?
R. Tutti i personaggi che ho interpretato mi hanno sempre dato qualcosa. Essere attore significa spogliarsi della propria personalità e vivere appieno il personaggio.

D. Che tipo di personaggio ti piacerebbe interpretare?
R. Mi sono cimentato in vari ruoli, vorrei interpretare il ruolo del “cattivo” , proprio perché molto distante dal mio modo di essere. Diciamo un personaggio alla Vallanzasca.

D. Un attore, un’attrice e un regista con cui ti piacerebbe lavorare quest’anno?
R. Kim Rossi Stuart e Valeria Solarino. Sono tanti i registi con cui mi piacerebbe lavorare, magari vincere anche un Oscar.

D. Da quali attori stranieri trai ispirazione e insegnamento?
R. Non mi ispiro a nessun attore in particolare, quello che per me é fondamentale é il personaggio. Se devo interpretare per esempio un barbone, un poliziotto, un giornalista o altro mi ispiro alla realtà, non ad altri interpreti. Certo, grandi interpretazioni sono sempre per me oggetto di attenzione e anche di insegnamento, ma secondo me ogni attore è peculiare. Al Pacino, Leonardo Di Caprio e molti attori americani hanno dato grandi interpretazioni, ma penso che l’ispirazione debba sempre venire dalla realtà.

D. Nella carriera di ogni artista è fondamentale essere critici, persino con se stessi. Un attore, per quanto possa negare, ha sempre dei ruoli che predilige. Tu cosa pensi della recitazione? Qual ‘è il ruolo che preferisci interpretare?
R. Io pretendo molto da me stesso, per questo continuo a “studiare”. Oltre alle tecniche, cerco sempre di tenere viva l’osservazione. Studiare per me è anche e soprattutto rivolgere l’attenzione a tutto ciò che mi accade intorno. Osservo le persone, i loro atteggiamenti e i loro comportamenti e soprattutto ascolto le loro storie perché, come qualcuno ha detto, la realtà supera di molto la finzione.

D. Quali qualità deve avere un attore per emergere in questo periodo?
R. In questo periodo è un po’ difficile capirlo. Per me comunque serve tanta preparazione, disponibilità (ma quella sana), spirito di sacrificio, determinazione, umiltà e tanto altro.

D. Nel corso della tua carriera hai mai dovuto scendere a compromessi?
R. Non sono mai sceso a compromessi. Tutti i provini ai quali ho partecipato erano svolti da agenzie, casting director e registi di comprovata serietà.

D. Spesso si sente dire che la maggior parte della gente non apprezza il teatro impegnato. Secondo te è vero?
R. Il teatro impegnato sicuramente non è di fruizione nazional-popolare, ciò non toglie che se uno spettacolo è valido anche un pubblico non di nicchia o non necessariamente intellettuale gradisca di andare a vederlo. Tanti bravi attori e tanti spettacoli impegnati riescono a arrivare ad un pubblico anche più vasto.

D. La tua carriera è in ascesa: aspiri ad esperienze internazionali?
R. Certamente, mi piacerebbe moltissimo lavorare anche con registi di altri paesi, ma ad oggi il mio interesse è ad affermarmi innanzitutto nel cinema italiano.

D. C’è un sogno professionale che non hai ancora realizzato ?
R. Io non parlerei di sogno, ma di traguardo. Sicuramente vorrei essere il protagonista di di una grande “storia italiana”.

D. A cosa ti dedichi nel tuo tempo libero?
R. Al cinema indipendente. Tra i tanti lavori svolti nel mio tempo libero realizzo come regista e interprete cortometraggi auto-prodotti. Ultimo tra questi, “CHASING” è un cortometraggio sulla ludopatia giovanile. Ispirato a una storia vera, ad un fatto drammatico accaduto a Ischia nel luglio 2013, è stato selezionato in vari festival, tra cui il Torino Film Festival 2013 , ha ricevuto patrocini e menzioni per meriti culturali, ancora in distribuzione in Italia e all’estero. Ovviamente non lavoro da solo, perché la realizzazione di un film è sempre opera di tanti. Con l’occasione ringrazio la sociologa e sceneggiatrice Rita Foti , il co-produttore Angelo C. Ciaiola, presidente dell’AGI SPETTACOLO e tutto lo staff artistico, in particolare il giovane attore Alessio Zucca Nigra, e tutti i tecnici, tra cui Giole Fazzeri editor e compositore della colonna sonora originale.

D. Un tuo sogno nel cassetto è… ?
R. I sogni non devono stare in un cassetto. Io “non tengo sogni, ma solide realtà”.

D. Progetti futuri?
R. “CHASING “ è all’attenzione di registi e produttori che vorrebbero farne un lungometraggio. Io ne sarò il protagonista oltre che il soggettista. Lavorerò prossimamente in altre importanti fiction ed ho in esame alcune proposte per dei ruoli per il cinema.

D. Dai un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la tua stessa carriera…
R. Poche, ma per me fondamentali, regole di comportamento per tirare fuori il meglio di ciascuno e proporlo a coloro che vivono quest’affascinante esperienza. Serietà e preparazione, doti necessarie in qualsiasi mestiere, ma anche e soprattutto l’umiltà, l’educazione, la puntualità, la disponibilità, il rispetto per tutte le figure, dalle più importanti, come produttori e registi fino alle maestranze.

A Renato Porfido un grosso in bocca al lupo per la sua carriera artistica da parte di tutta la redazione.

Intervista realizzata da Ilaria Solazzo.

“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”

Materiale fornito a titolo completamente gratuito da Ilaria Solazzo e Renato Porfido per “Altroverso Magazine” ed “Altroverso Radio”.

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