filippo gattuso foto altroversoBiografia: Attore romano. Comincia la sua formazione attoriale nel 2006 con Beatrice Bracco. Continua nel laboratorio permanente Duse International diretto da Francesca De Sapio e Vito Vinci dove attualmente studia. Nel 2009 debutta a teatro con lo spettacolo “Penelope in Groznyj” scritto e diretto da Marco Calvani prima al Tacheles di Berlino, poi al Teatro festival Italia di Napoli, “Out Off” di Milano e al Teatro Vascello di Roma. Nel 2010 debutta in tv in “Ho sposato uno sbirro 2” per la regia di Andrea Barzini, nel 2011 è in “Don Matteo 8” per la regia di Carmine Elia. E’ protagonista in diversi cortometraggi tra cui “Attori in cerca di lavoro” regia di Andrea La Mendola, “Diritto di morte “ regia di Loris Di Pasquale, nel 2014 in “La traiettoria degli aquiloni” per la regia di Duccio Forzano. Nel 2013 è protagonista nel videoclip “Storia d’amore” di Mauro Ermanno Giovanardi per la regia di Mauro Ermanno Giovanardi e Alvin Graziano. Sta ultimando le riprese come protagonista nel film “Delinquenti abituali” per la regia di Luca Mazzeo. E’ inoltre impegnato sul set della serie tv “Bleff”. Nel 2014 è su L’UOMO VOGUE nel servizio del Gennaio 2014 come attore emergente: Directors and young actors: New faces of Italian.

Nell’intervista di oggi facciamo quattro chiacchiere con l’attore Filippo Gattuso che ci racconta qualcosa di sè e del suo lavoro.

D. Quando hai capito di voler diventare un attore? E a chi ti sei ispirato?
R. L’ho capito durante il mio primo corso di recitazione. Un mio caro amico vedendomi pieno di vita, ma molto distratto, indolente e vinto da una passività cosmica mi ha consigliato un corso con Beatrice Bracco. Era il 2006. Entrai pieno di timore e paura ma fui pervaso da indicibili sentimenti positivi. Mi innamorai. Quello è stato l’inizio, la piena maturità attoriale e come essere umano è arrivata frequentando il Duse International diretto da Francesca De Sapio e Vito Vinci, insegnanti e persone meravigliose. Sono cresciuto, grazie a mio papà, con i film di Totò. Spesso ripeto a memoria battute dei suoi film. Per me lui è una grande fonte di ispirazione.

D. A volte, incontrare attori come te riserva tante sorprese: non solo bellezza e simpatia, ma anche tanta professionalità. Oggi quasi tutti i giovani cercano disperatamente un lavoro fisso. Tu invece hai scelto di essere un libero professionista. In questi anni hai dovuto lottare contro qualcuno che avrebbe preferito per te un lavoro normale e più sicuro?
R. Non più di tanto. Ho la fortuna di avere dei genitori che non mi hanno fatto pesare la cosa. Riconosco però che dev’essere dura per loro osservare ancor oggi la difficoltà di arrivare a fine mese.

D. Tra le miniserie TV il tuo bellissimo volto ha dato lustro anche a “Ho sposato uno sbrirro 2” nel 2010. Che consigli o ordini di recitazione ti dava il regista Andrea Barzini?
R. E’ stata la mia prima esperienza TV quella. Ricordo molte sensazioni. Sicuramente il primo approccio alla figura del regista è stato difficoltoso per me. Lui è stato molto carino nei miei riguardi. È stato molto accogliente anche Flavio Insinna.

D. Il pubblico ti ricorda a teatro in “Biancaneve e i sette nani” diBeatrice Ferrucci, uno spettacolo brillante del 2010,cosa ti torna in mente oggi a distanza di anni di quel periodo trascorso sul palcoscenico nel ruolo del Principe?
R. Fu uno spettacolo per bambini. Lo portammo al Teatro Colosseo a Roma. Ma l’esperienza più abbacinante e formativa fu quando lo portammo dentro un centro di cura per donne diversamente abili. Ancora ne ho i brividi addosso.

D. Nel 2009 hai lavorato a teatro in “Maledetti visigoti” Cosa hai pensato quando hai dovuto interpretare quel tuo articolato personaggio? E’ stato difficile lavorarci su? Com’è stato recitare per Gabriele Luccioni?
R. Quello è stato un piccolo ruolo affiancato da ottimi amici e bravissimi attori. Buona esperienza.

D. Come ti sei trovato a lavorare per il regista Marco Calvani? Sappiamo che sempre nel 2009 hai lavorato a teatro in “Penelope in Groznyj” tra i tuoi colleghi quali ricordi con maggiore affetto? Perché?
R. Questo spettacolo ha rappresentato per me senza dubbio il passaggio tra il fare l’attore ed esserlo nel pieno della professionalità. Mi ha fatto dialogare con le mie insicurezze, mi ha fatto conciliare con la mia solitudine ed esorcizzare le mie paure. Testo molto bello, complesso e potente. Marco è un grande drammaturgo oltre che un amico. Mi sono trovato bene con tutti, ricordo con affetto Enzo Saponara e Gianluca Soli che interpretavano Teoclimeno l’amico di Pireo, il mio personaggio.

D. E’ vero quanto dicono molti tuoi colleghi attori che per conservare il successo bisogna rimanere sempre inquieti?
R. Su questo non posso rispondere, dato che il successo ancora non è arrivato. Penso però che l’inquietudine allontani la passività, quindi potrebbe essere vero.

D. Chi sono i tuoi registi preferiti? Qualcuno di loro ha influenzato in modo particolare la tua formazione?
R. Amo Fellini, Pasolini, Haneke, Nuri Bilge Ceylan, i fratelli Dardenne, Lars Von Trier, Refn, Bergman ecc. Sai quanti ne scordo…

D. L’attore americano che stimi maggiormente è… ? Invece tra gli Artisti italiani a chi ti ispiri? Come mai?
R. Stimo molto George Clooney, persona intelligente e politicamente attiva e competente.
In Italia ammiro molto Kim Rossi Stuart, Elio Germano, Fabrizio Bentivoglio.

D. C’è qualcosa che non ripeteresti nella tua carriera? Ci racconti un aneddoto divertente della tua carriera?
R. Non ricordo ora. Ripeterei tutto però.

D. Competizioni che tu hai vissuto durante la tua crescita professionale?
R. Si ce ne sono state, durante i corsi, i provini. Trasformare in sana competizione credo sia uno degli obiettivi primari in Italia. Potrebbe portare ad una visione collettiva e ad un movimento attoriale necessario per la cultura di questo Paese.

D. Cosa ti fa incazzare del mondo dello spettacolo? Cosa, invece, ti dà soddisfazione?
R. Mi fa incazzare il modo in cui a volte vengono gestiti, decisi determinati ruoli nei progetti cinematografici italiani. Ma è per lo stesso motivo che sono ancora qua. E dà soddisfazione mettere in difficoltà casting director o registi col proprio talento.

D. Che consiglio daresti a coloro che intendono intraprendere una carriera nel tuo stesso campo?
R. Di intraprenderlo con la chiara volontà del perché vogliano intraprenderlo. Qualunque cosa sia.

D. Potresti parlarci di qualche progetto futuro che ha in mente o a cui sta già lavorando?
R. Sto lavorando ad una serie tv…non voglio svelare niente ancora. Sto finendo di girare “Delinquenti abituali” per la regia di Luca Mazzeo. Ed ho appena finito di girare “La traiettoria degli aquiloni” cortometraggio per la regia di Duccio Forzano.

D. Il tuo sogno nel cassetto è… ?
R. Continuare a sentire il fuoco per questo mestiere e poter negli anni attraverso testi, film informare, suggerire, regalare dubbi. Quello che quotidianamente questo mestiere mi dona.

A Filippo Gattuso un grosso in bocca al lupo per la sua carriera artistica da parte di tutta la redazione.

Intervista realizzata da Ilaria Solazzo.

Materiale fornito a titolo completamente gratuito da Ilaria Solazzo e Filippo Gattuso per “Altroverso Magazine” ed “Altroverso Radio”.

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