fabio orfino fotoFabio Orfino nasce nel 1970 da genitori siciliani trapiantati a Roma. Fin da piccolo dimostra la sua attitudine per le arti… musicista, ex atleta di pattinaggio artistico sul ghiaccio, etc. Frequenta l’Istituto Tecnico Industriale “E. Fermi” di Frascati studiando elettronica industriale. Nel 1989 si arruola in Aeronautica Militare come sottufficiale con la manifesta intenzione di diventare specialista fotografo (professione che lo appassiona già da piccolissimo). Purtroppo causa l’esigua disponibilità di posti da fotografo presso la Scuola Specialisti, e complice gli studi di elettronica effettuati, viene inserito nel programma di formazione elettronica diventando così un Marconista Elettronico Radar. Il nuovo mestiere non riesce però a fermare la sua passione: Già durante il corso a Caserta infatti, grazie alla Kodak a telemetro ereditata dal padre realizza i suoi primi ritratti, sperimentando con i compagni di corso. Incoraggiato dai risultati compra il suo primo corredo fotografico accostandosi alla Yashica 108 MP grazie alla quale, ed al generoso set di filtri Cokin continua la sperimentazione. Nel corso degli anni la fotografia rimane per lui una costante sempre presente, che coltiva in tutte le sedi oggetto di trasferimento. Nel ’94 trasferito a Latina, scopre l’esistenza di un Centro Produzione Audiovisivi presso il quale riesce prepotentemente a farsi destinare, svolgendo così titolarmente l’attività di foto/cine/teleoperatore occupandosi di documentaristica, e scoprendo l’attitudine alla regia video diretta; attività che lo vedrà impegnato fino al 2006. Quest’anno infatti è un po’ l’anno della svolta, viene infatti trasferito nuovamente nella nuova sede presso cui non è presente un centro audiovisivo, e ricomincia a svolgere il mestiere di tecnico, ruolo che crea improvvisamente un grande vuoto nella sua vita, quello lasciato dalle arti visive. Compra così la sua prima reflex digitale tramite la quale comincia a mettere in pratica tutti gli anni di esperienza acquisiti nel corso degli anni in studio, e coltiva la fotografia non più come servizio dovuto ma come espressione personale. Fabio è un eterno insoddisfatto del proprio lavoro, si pone con umiltà di fronte al lavoro degli altri, cercando di migliorarsi sempre di più, frequentando svariati corsi e workshops fino ad arrivare ad oggi, all’associazione fotografica di cui è socio “Diritti & Rovesci fotografia” tramite il quale, riesce ad ospitare i vari guest del panorama fotografico ed insieme al suo amico e socio Adolfo Trinca offre ai fotoamatori del Lazio e oltre, la possibilità di promuovere la cultura fotografica nel territorio.

Intervista a Fabio Orfino

D. Come è nata in te questa passione per la fotografia? Quando hai iniziato ad appassionarti di fotografia?
R. Da piccolo, quando un fotografo fermò mia madre in un mercatino chiedendole di farmi un ritratto. Quando ci arrivò a casa la meravigliosa stampa B/N su carta baritata scattò la magia del fascino.

D. A che miti della fotografia prendi spunto? Qual è la tecnica che prediligi? Perché?
R. Impossibile riportare i miei miti! Sarebbero troppi… Posso dire però che prendo spunto da chiunque sia più bravo di me, quindi non necessariamente dai grandi fotografi. Ultimamente sono incuriosito da Dave Hill e Gerard Rancinan, fermo restando ciò che ho appena detto, ovvero che subisco il fascino di tutti i grandi. Non esiste invece una tecnica che prediligo. Un fotografo deve, di volta in volta, risolvere problemi, e questo è quello che faccio io, utilizzo la tecnica più adatta al momento.

D. Quanto a tua opinione muta il ruolo del fotografo nella società odierna ? Mi riferisco in primis al passaggio dal rullino al digitale e alla semplicità di utilizzo di macchine fotografiche professionali da parte di tutti o quasi i soggetti, oltre ovviamente all’abbattimento dei costi.
R. Molti dicono che il digitale abbia abbassato la qualità della fotografia in senso generale. Questa affermazione è vera solo se si prende in esame l’enorme quantità di persone che il digitale ha permesso di far entrare nel mondo della fotografia, ma quelli veramente bravi, quelli che hanno uno spiccato carattere visivo, continuano ad essere grandi. Io sono una goccia nel mare, per emergere, bisogna essere talentuosi e perseveranti. Credo che se ci si accontenta di migliorarsi, le soddisfazioni arrivino sempre. Quindi se la domanda è intesa a capire da quale parte mi schiero, è sicuramente a favore del digitale, visto che ha permesso anche a persone piccole come me di esprimersi.

D. Qual è il tuo scatto migliore? Cosa rappresenta per te? Che tecnica hai utilizzato? Cosa volevi sublimare nell’immagine? Quale era la vera essenza?
R. Non saprei, non credo di aver mai fatto lo scatto perfetto (Chi poi riesce a farlo?) però ci sono delle foto alle quali sono particolarmente affezionato, e sono le mie foto di street.

D. Come dovrebbe iniziare un giovane che si appassiona di fotografia? Cosa dovrebbe fare? Quali sono le mosse giuste da seguire in questo mestiere? Quanto la crisi economica influisce?
R. Sicuramente in fotografia è importante il background culturale, quindi una qualsiasi scuola di arti visive è già una buona pietra miliare nella propria vita, ma sicuramente poi bisogna affidarsi a quei professionisti che si occupano di formazione in ambito fotografico, in Italia ci sono molte ottime scuole, anche se trovo che all’estero ci sia meno pregiudizio e più apertura nei confronti di nuovi artisti.

D. Cos’è per te la fotografia? E Cosa non dovrebbe essere invece?
R. E’ il veicolo attraverso il quale mi misuro costantemente, mentre se devo dire cosa non è, probabilmente eleggerei me stesso come esempio da evitare, visto che ancora non ho trovato un mio carattere distinguibile.

D. Quanto psicologicamente parlando, uno che svolge la tua professione , deve essere malleabile e riuscire a mettere a proprio agio la persona che si fotografa, cogliendone i tratti salienti?
R. Premesso che per me non è una professione, credo di essere sempre meravigliosamente impreparato a questa cosa… Ogni volta è una nuova sfida.

D. Oltre alla tua vena artistica nel campo della fotografia sei anche una persona di cuore , quanto la tua sensibilità dunque, influisce sui tuoi lavori?
R. Ovvio che le esperienze di vita poi condizionino le tue scelte visive; io in fotografia sono esattamente come nella vita, sono incostante, e forse un tantino eclettico, visto che un giorno sono preso dai ritratti, un giorno incuriosito dalla fotografia fashion, e (spesso a dire il vero) dalla street ph.

D. A cosa ti dedichi nel tuo tempo libero?
R. Il mio tempo libero è dedicato alle mie passioni, quindi a mia moglie e mia figlia e naturalmente alla fotografia.

D. Tra le varie nazioni visitate e fotografate quale porti nel tuo cuore e perché?
R. Il Kenya… Visitato tantissimi anni fa e fotografato in lungo ed in largo con centinaia di diapositive. La cosa che più mi porto nel cuore, è la sensazione che il cielo fosse più vicino, quasi palpabile, davvero bello.

D. Un tuo sogno nel cassetto è… ?
R. Tanti, troppi per poterli elencare. Mi piacerebbe un giorno fare una mostra dei miei scatti, ma per poter fare una mostra di successo bisogna prima raggiungere una capacità comunicativa che ancora mi sfugge.

D. Progetti futuri?
R. “Diritti e Rovesci Onlus” è l’associazione con cui collaboro, realizziamo laboratori e workshop di fotografia chiamando di volta in volta dei master esterni; proprio adesso siamo alle battute finali per un workshop di astrofotografia con Cristian Fattinnanzi che è un bravissimo astronomo della provincia di Macerata. Sicuramente uno dei progetti più interessanti che abbiamo in mente è quello di realizzare un corso di fotografia per i bambini delle scuole elementari, questa è una cosa che mi piacerebbe davvero che andasse in porto.

A Fabio Orfino un grosso in bocca al lupo per la sua carriera artistica da parte di tutta la redazione.

Intervista realizzata da Ilaria Solazzo.

“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”

Materiale fornito a titolo completamente gratuito da Ilaria Solazzo e Fabio Orfino per
“Altroverso Magazine” ed “Altroverso Radio”.

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