fabian grutt_altroversoBiografia: Fabian Grutt sale per la prima volta su un palcoscenico nel 1993, all’età di diciassette anni, lavorando come animatore in un villaggio vacanze insieme all’amico Salvo Ficarra (del duo Ficarra & Picone). Dopo diverse stagioni, prima come animatore e poi come capo animatore, presso i più importanti tour operator italiani, nel 1997 fonda con il cugino Alessandro Grutt il duo cabarettistico Bonus Malus e debutta allo storico Tunnel di Napoli. Mentre si alternavano con spettacoli di Cabaret tra Napoli e Roma. I Bonus Malus vincono ben tre concorsi di cabaret e vengono scelti da Giancarlo Bozzo per il laboratorio Zelig di Napoli e da Alessandro Siani per il suo spettacolo settimanale al TAM. Contemporaneamente, prendono parte a vari programmi radiofonici e televisivi, in onda su alcune emittenti romane (Nuova Spazio Radio, T9, Teleroma 56). Nello stesso periodo, Fabian partecipa con un piccolo ruolo al film Nati stanchi, interpretato da Ficarra & Picone, e ad due puntate della fiction di Rai 3 La squadra. Nel 2004 va in scena diretto da Mino Sferra al teatro Anfitrione di Roma con il monologo Il figlio di Pulcinella di Eduardo De Filippo. Nel 2005 diventa monologhista. Grazie alle sue doti comiche e alla sua versatilità. Fabian Grutt viene definito un interprete sobrio, monologhista puro, i suoi testi comici nascono da un racconto di vita vissuta e caratterizzati da uno stile fulminante. Fabian già in qualche modo viziato dalla sua inconsueta bipolarità linguistica e culturale (di madre Tedesca e di padre Napoletano), condisce questo pregio di nascita con un ironia a metà tra il napoletano doc e quella comicità del dico e non dico, si pone a stretto contatto col pubblico, coinvolgendolo in una sorta di simbiosi con le vicende in scena ma, quasi mai, verbalmente. Ha partecipato a diverse fiction e programmi televisivi, ultima la sua parodia di Quentin Tarantino nel programma “Stracult” su rai 2. Attualmente è in giro per diversi teatri e locali di cabaret con il suo spettacolo “Non so dire NO!” scritto insieme all’autore Giuliano Rinaldi con la regia di Sergio Viglianese, ed è in oltre nel cast fisso del laboratorio Makkekomico e del laboratorio Zelig di Roma.

Intervista

Il cabaret di Fabian Grutt affronta l’universo sconfinato delle relazioni uomo donna, con gli occhi di un trentenne stralunato, attraverso riflessioni. pensieri e ricordi di vita vissuta. Fabian Grutt, attore napoletano di origine tedesca, interprete sobrio e di acuta intelligenza, è reduce da un’ottima stagione teatrale. Conquista il pubblico, infatti, con una comicità disfattista e aderente al presente. Nel programma di Marco Giusti, interpreta un ‘Quentin Tarantino’ molto sopra le righe, forse più vero dell’originale, come scrivono i suoi numerosi fans.

D. Nel 2005 diventi monologhista. Grazie alle tue doti comiche e alla tua versatilità. Chi è stata la prima persona che ha creduto in te, offrendoti l’opportunità di una esibizione?
R. Il primo programma televisivo è stato lo storico “Seven Show”. Fu proprio il capo autore StefanoFabrizi a volermi nel cast facendomi presentare come comico del nord… naturalmente era un modo per giocare con il mio nome e cognome.

D. Sei riuscito in poco tempo ad avere importanti esperienze professionali. Tra le più significative basti ricordare che hai lavorato come spalla comica al fianco di Luca Medici (alias Checco Zalone). Che rapporto hai istaurato con lui? Cosa hai imparato da un genio comico come Checco? Ti sei trovato bene a lavorare con lui? Ci puoi raccontare qualche aneddoto divertente accaduto durante le prove?
R. Con Luca Medici fu tutto molto particolare, eravamo entrambi agli inizi e non avevamo ancora uno spettacolo completo così un impresario decise di unirci facendoci esibire insieme per un ora sul palco. Naturalmente grazie a Luca ed al suo successo si riuscì in poco tempo a recitare davanti a platee di 5000 persone… in realtà mi sembrava di fare la spalla non ad un comico bensì ad una rock star. Nacque tra me e lui una singolare complicità. Grazie alla generosità di Luca sul palco io e lui davamo modo di risultare sempre una coppia affiatata che rendeva le serate una vera e propria passeggiata. Ricordo un aneddoto sicuramente interessante, la canzone “siamo una squadra fortissimi”, che spopolò durante i mondiali. Luca la scrisse in macchina mentre ci spostavamo nelle diverse piazze a fare i nostri graditi spettacoli.

D. Hai partecipato ai programmi “Fiori di zucca” su Odeon e “Seven show” su Europa 7. Ci sveli gli aspetti positivi e quelli negativi inerenti le due trasmissioni?
R. Stiamo parlando di due trasmissioni in cui ero agli inizi, quindi ricordo solo l’ansia e la tensione prima di andare in scena.

D. Sei spesso ospite della trasmissione “Ottovolante” su Radio 2 Rai. Rinnovarsi o confermarsi, questo è il dilemma. Sei preoccupato o hai già le idee chiare per il tuo futuro artistico?
R. Purtroppo questo lavoro è una continua ricerca, perché non si finisce mai di prepararsi. Bisogna solo imparare a contenere le preoccupazioni ed a godersi un po’di più le cose raggiunte.

D. Sei stato attore nel musical “Galeotti buffi”, scritto e diretto da Stefano Fabrizi. Con solo 5 aggettivi ci puoi definire questa tua esperienza teatrale?
R. Cinque aggettivi potrebbero essere pochi o tanti ma comunque posso dirti che fu una grandissima esperienza che mi fece maturare moltissimo e che consiglierei ai molti colleghi più giovani che iniziano questa carriera.

D. Fabian, come nasce “il tuo” Quentin Tarantino? E’ ispirato più da interviste e materiale di vita vissuta del regista, oppure ricavato dall’immaginario creato dai suoi film?
R. Assolutamente dallo studio delle sue interviste e dalla mia, spero, vaga somiglianza col regista, ho semplicemente cercato d’estremizzare le sue manie e è poi il resto è tutta fantasia

D. Il ” tuo” Tarantino, ha molto del brio e della giovialità tipicamente partenopee, tua terra d’origine, quindi potrei azzardare a dire che per te, se Tarantino fosse Italiano, potrebbe essere napoletano?
R. Assolutamente si.

D. Prima esperienza televisiva per te, come la stai vivendo rispetto all’ambente teatrale del quale sei “di casa”?
R. Sicuramente mi piacciono entrambi i settori; purtroppo la sto vivendo poco perché sono già proiettato alla preparazione di un altro personaggio televisivo.

D. Cosa rappresenta per te questo spettacolo?
R. Il Monologo “Non so dire No!”, come tutti i mie spettacoli mi ha dato la conferma che al pubblico piace condividere con me i miei racconti di vita vissuta, forse perché si rivede, anzi oserei dire che sicuramente si rivede e quindi mi abbraccia quasi come fossi un parente.

D. Un pregio e un difetto del personaggio?
R. Io faccio i personaggi non per scelta mia, ma perché in televisione è più immediato il personaggio. Se fosse per me farei solo monologhi, ma purtroppo in tv i tempi sono troppo ridotti per fare i monologhi.

D. Un no difficile da accettare e un sì che ti ha cambiato la vita…
R. Un “no” difficile da accettare, al momento non me ne viene in mente nessuno ma i “si” sono invece tanti, che forse non mi cambiano la vita ma mi danno grande soddisfazione professionale, come la partecipazione al programma su Rai due “A Casa di Paola”, gli sketch a Stracult con Lillo, e quello con Lino Banfi.

D. Quanti sogni hai nel cassetto?
R. Continuare a fare questo lavoro con la stessa passione di oggi e magari vincere un Oscar, ma pure una Palmetta andrebbe bene lo stesso.

D. I tuoi prossimi progetti sono?
R. Sono concentrato alla preparazione del mio nuovo spettacolo, per adesso solo il titolo è sicuro “Napoli+Berlino=Roma” e poi sono in giro a fare spettacoli.

A Fabian Grutt un grosso in bocca al lupo per la sua carriera artistica da parte di tutta la redazione.

Intervista realizzata da Ilaria Solazzo.

“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”

Materiale fornito a titolo completamente gratuito da Ilaria Solazzo e Fabian Grutt per
“Altroverso Magazine” ed “Altroverso Radio”.

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