foto beppe_altroversoBeppe Convertini si racconta…

Come figlio della mia terra mi sento simile ad un ulivo, forte, tenace e resistente a tutte le intemperie della vita che si piega, ma non si spezza mai. Sono nato e cresciuto a Martina Franca, in provincia di Taranto nella mia amata Puglia con i suoi sapori, odori e colori che stimolavano la mente. Sin da piccolo la scuola e lo studio riempivano le mie giornate. Posso dire che ero il primo della classe e non avevo una materia preferita, ma mi dedicavo a tutte con impegno e passione tranne che ad educazione fisica, perché da bambino ero molto magro e mi facevo inutili complessi. Quando andavo al mare entravo in acqua con la maglietta addosso e rimanevo a nuotare fino a quando non c’era più nessuno e solo allora uscivo con l’amarezza del sentirsi diverso . Solo da grande ho iniziato a praticare lo sport che mi ha reso più sicuro di me in quanto da piccolo non potevo, perché i miei genitori facevano già grandi sacrifici per mandarmi a scuola. Studiare era la mia passione, ma nel tempo libero ovviamente non disdegnavo di dirigere il giornalino della scuola o di giocare con gli amici lunghe partite a calcetto usando come porte le serrande opposte dei garage e di ammirare in televisione personaggi carismatici come Pippo Baudo o Corrado… ma appena avevo qualche soldo in tasca, guadagnato lavorando di sera o durante l’estate sin da quando avevo dieci anni ,correvo al cinema. Nel buio di quella sala vedevo i miei eroi ridere, piangere, combattere ed amare e sognavo ad occhi aperti di vivere un giorno le loro stesse emozioni. Se per il cinema ho dovuto aspettare alcuni anni, ho debuttato per la prima volta su un palcoscenico a soli tredici anni nel teatro della scuola interpretando la commedia di Eduardo De Filippo “Ditegli sempre di si”. L’incontro con il mondo della moda è avvenuto per caso, ho risposto all’annuncio di una radio privata ed ho iniziato a partecipare a piccole sfilate al “Palazzo della moda” della mia città e all’inizio era un semplice modo per permettermi di studiare e lavorare contemporaneamente. Dopo l’improvvisa scomparsa di mio padre la mia vita è cambiata. Avevo solo diciassette anni e mi sono ritrovato, mio malgrado, ad essere l’unico uomo di casa, un valido punto di riferimento per mia madre che con coraggio e tra tanti sacrifici ha permesso a me e alle mie due sorelle di crescere serenamente. Non sono stati anni facili, una sera io e le mie sorelle, Anna e Maria, ci siamo ritrovati a rompere i nostri salvadanai per contribuire con i nostri piccoli risparmi a pagare le bollette.
Mi è sempre piaciuto leggere e di conseguenza studiare, così dopo un diploma in perito tecnico industriale, grazie ad una borsa di studio , ho deciso di trasferirmi a Torino per iscrivermi all’università e seguire i corsi della facoltà di Economia e Commercio. Se avessi avuto l’opportunità mi sarei iscritto ad una scuola di giornalismo o avrei inseguito la carriera di avvocato penalista, ma purtroppo non potevo permettermi di investire così tanto tempo nello studio… avevo bisogno di lavorare. Studiavo diritto di giorno e lavoravo di sera organizzando eventi e serate universitarie. Ben presto ho dovuto seguire il mio cuore ed ho iniziato a girare il mondo lavorando come modello a Milano, Londra, Parigi fino ad arrivare al Giappone e all’America. Una sera poi sono andato per caso a ballare in un locale in Liguria e alcuni miei amici mi hanno iscritto per gioco al concorso di “Mr Italia” e con mia gran sorpresa dopo svariate selezioni mi sono ritrovato a vincere il titolo. Così la mia vita lavorativa è cambiata e mi sono ritagliato un mio spazio nel mondo dello spettacolo a cui aspiravo da bambino e quello stesso anno sono diventato l’inviato del “Festivalbar” condotto da Federica Panicucci. Il passo da Torino a Milano è stato breve e dalla moda sono passato ai primi ruoli al cinema, partecipando a film come “Belle al bar” di Alessandro Benvenuti , “Il cielo in una stanza” di Carlo Vanzina o “Una milanese a Roma” con Nino Manfredi. Che emozione recitare al fianco di Nino Manfredi, interpretavo un killer che lo doveva uccidere, solo che lui faceva delle espressioni buffe che a me facevano ridere e così abbiamo dovuto ripetere il ciak un po’ di volte. Alternandomi tra il cinema e la televisione sono arrivato alla grande popolarità che mi ha offerto l’interpretazione del ruolo di Giulio Stocchi nella soap opera “Vivere”. Nella mia carriera posso annoverare anche due calendari che mi sono divertito a fare, soprattutto quello con Sara Ricci, che è stato un grande amore della mia vita, con la quale abbiamo riproposto in dodici scatti le scene erotiche di celeberrimi film da “Nove settimane e mezzo” ad “Ultimo tango a Parigi”.
Di tutti gli spettacoli teatrali di cui sono stato protagonista indubbiamente un posto particolare lo occupa nel mio cuore “Sex and the City”, in quanto nei due anni di tournee lo spettacolo mi si è via via cucito addosso. Una sera dovevo dire una battuta sui telefoni cellulari che suonano quando non devono e contemporaneamente ne è suonato realmente uno in platea. Ho colto l’attimo ed è partito un fragoroso applauso che mi ha fatto amare ancor di più il mio mestiere d’attore. La vita è fatta di alti e bassi, di emozioni forti e di momenti di calma apparente, siamo “come d’autunno sugli alberi le foglie”. Mi definisco un ricercatore, un curioso della vita, che ama rilassarsi ascoltando la sua musica preferita, dai Coldplay ad Amy Winehouse , dai Negramaro a Tiziano Ferro, rivedendo un vecchio dvd come “I soliti sospetti” di Bryan Singer o “Respiro” di Emanuele Crialese, rileggendo le pagine di un libro di Hermann Hesse o cavalcando attraverso prati infiniti. Ogni sera, in qualunque luogo mi trovi, guardo la luna e sogno ad occhi aperti, sogno una casa immersa nel verde degli ulivi ed una vita che non insegua il tempo, cercando un equilibrio personale che è difficile trovare.

La carriera di Beppe è stata sempre in ascesa ma, come spesso capita, non si è mai lasciato travolgere dalla fama e dal successo; è rimasto il ragazzo semplice e solare di sempre e non ha mai dimenticato chi gli è stato vicino. La sua quotidianità fatta di recitazione, tv, musica e moda non ha potuto fare a meno di arricchirsi di un ingrediente speciale: il volontariato e l’impegno per i bambini meno fortunati. Oggi ho il piacere di intervistarlo in esclusiva per gli amici di “Altroverso Magazine”.

Intervista

1) D. Sei stato apprezzato da milioni di fan nella celebre soap opera ”Vivere” (Canale 5), nella quale hai ricoperto per anni il ruolo di Giulio Stocchi; soddisfatto dell’esperienza vissuta?
1) R. E’ stata un esperienza formativa molto interessante, lavorando sul set quotidianamente impari i segreti del mestiere dell’attore. vivere è stato un grande successo di pubblico che mi ha donato una grande popolarità.

2) D. Hai recitato in molti film, tra i quali ”Il fidanzato ideale”, ”I giorni perduti”, “Secondo tempo” e ”Baci salati”. Quali sono stati i momenti di maggiore difficoltà e insicurezza interiore provati su questi quattro set?
2) R. E’ stato molto interessante lavorare in questi 4 film interpretando ruoli diversi ,ognuno dei quali mi ha dato delle grandi emozioni, dandomi l’opportunità di vivere la vita degli altri.la ricerca e la scoperta del percorso interiore di ogni singolo personaggio è caratterizzata da infinite sfaccettature.

3) D. Ti sei sempre mostrato un artista aperto a tutte le nuove esperienze. Sei stato capace di esprimere il tuo vivace talento. Hai lavorato per “Brave ragazze” (Rai Radio 2). Che idea ti sei fatto del popolo della radio con il quale hai condiviso gioie e dolori?
3) R. Il popolo della radio è straordinariamente sensibile ed attento. E’ affascinante come in radio ci si senta liberi di parlare esprimendo realmente quello che si pensa. i radioascoltatori raccontano le loro emozioni quotidiane regalandoci delle storie di grande verità. attualmente lavoro nel programma ‘che ci faccio qui’ su rai radio 2.

4) D. Il tuo amore innato per la recitazione ti ha portato nel mondo del teatro con varie opere, come ”Il colpo della strega”, “Le false confidenze”, “American’s gigolo”, “Sex in the city”, “Off”, “Le mille e una notte”.
Questi spettacoli che cosa ti hanno insegnato? Qual è il regalo che hai ereditato da ogni regista che ti ha diretto?
4) R. il contatto diretto con il pubblico a teatro è unico e straordinario perché ad ogni azione corrisponde una reazione nell’immediato. ogni regista ha un proprio mondo e modo di interpretare la realtà ed ognuno di loro è riuscito a modellarmi secondo ciò che voleva tirar fuori da me  per il personaggio che di volta in volta interpretavo..attraverso la loro umanità e la loro arte sono riuscito a dare il meglio di me nei vari ruoli.

5) D. Hai lavorato con nomi importanti come Sandra Milo, Leopoldo Mastelloni, Maria Teresa Ruta, Rossella Izzo, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Katia Ricciarelli. Un ricordo di ognuno di loro che rimarrà sempre nel tuo cuore è… ?
5) R. Sono dei grandi artisti ma soprattutto delle gran belle persone, ognuno di loro non è solamente un collega ma bensì un maestro di vita e un modello lavorativo. Ho cercato di farmi contaminare dal loro talento ed osservandoli a carpire qualche segreto del mestiere.

6) D. Da tempo sei testimonial della campagna in difesa di Terrese des hommes, nata per aiutare le bambine schiave domestiche e combattere lo sfruttamento e la violenza sulle minori in Italia e nel mondo. Da modello, attore e presentatore a volontario in un campo profughi. Come mai questa scelta e quali sono state le sfide per realizzare un’esperienza così forte?
6) R. Dopo aver fatto la campagna indifesa per terres des hommes  ho deciso di scendere in campo guardando con i miei occhi e toccando con mano il dramma di un campo profughi siriano. Un’esperienza umanamente straordinaria che mi ha dato l’opportunità di aiutare ,nel mio piccolo ,realmente chi è vittima di una guerra civile devastante e sanguinaria..La mia e’stata una goccia nell’oceano ma come diceva Madre Teresa di Calcutta ‘Quello che noi facciamo e’solo una goccia nell’oceano ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno’..Dalla mia missione umanitaria nel campo profughi Siriano ad Aarsal per Terre Des Hommes e’nata la mia mostra video fotografica’un girotondo di pace…sulla via di Damasco’ per sensibilizzare l’opinione pubblica e nella speranza di contribuire anche da lontano alla causa Siriana..

7) D. Sei stato in tv nel ruolo di conduttore in trasmissioni come ”Canzoni d’autore” (Rai 1), ”Incontri” (Sky), ”Chi c’è c’è” (Rete 4), ”Estate sul 2″ (Rai 2). Hai presentato vari programmi tv qual’ è il tuo stile?
7) R. Il mio stile viaggia sempre in un unico binario che è quello del divertirsi e far divertire con eleganza, educazione e leggerezza. Mi piace essere a disposizione del programma e dei miei ospiti, far raccontare le loro storie e scoprire insieme al pubblico aneddoti e curiosità..

8) D. Ti sei fatto conoscere al pubblico sfilando come modello per le più grandi firme nelle passerelle di Milano, Parigi, New York. Lo stilista che trovi più affine con il tuo modo di essere chi è?
8) R. Lo stilista che più apprezzo è Giorgio Armani per il suo stile elegante e raffinato

9) D. Sei stato in tournee con lo spettacolo teatrale “Ars Amandi” in molti musei e teatri italiani, dove sei protagonista di un monologo. Prima di entrare in scena cosa fai? A chi rivolgi il tuo pensiero?
9) R. In verità porto sempre con me l’immagine di mio padre, a lui rivolgo il mio pensiero prima di entrare in scena.

10) D. Hai un sogno nel cassetto?
10) R. Andare a vivere nel verde degli ulivi a due passi dal mare in compagnia dell’amore della mia vita quando necessario spostarsi per andare a lavorare in giro per il mondo ma tornare sempre nel mio nido..

11) D. Progetti futuri?
11) R. Non posso svelarvi nulla per scaramanzia ma continuate a seguirmi e lo scoprirete.

12) Ti va di raccontarci la tua esperienza presso il campo profughi?
12) Nel giorno d’arrivo nella ‘ terra dei cedri’ un doppio attentato kamikaze a Beirut con tanti morti e devastazione mi da’ l’idea che questa missione umanitaria per Terre Des Hommes sarebbe stata molto rischiosa considerando che il mio viaggio sarebbe proseguito per Aarsal al confine con la Siria dove le truppe di Assad bombardano i profughi siriani che tentano la fuga in Libano..
Diversi posti di blocco non solo a Beirut completamente militarizzata e con carri armati in assetto di guerra ma su tutto il percorso che mi porta in questa no man’s land( terra di nessuno) al confine con la Siria nel centro di prima accoglienza allestito da Terre Des Hommes dove arrivano migliaia di bambini,molti di loro orfani di entrambi i genitori,martiri di una condizione senza senso qual’e ‘la guerra.
I ragazzi mi mostravano le foto dei loro genitori morti sotto le macerie di una casa distrutta dalle bombe,chi e’stato costretto a indossare la divisa ed impugnare un mitra,chi mi raccontava di aver visto il proprio fratello morire in combattimento.gli adolescenti che ho conosciuto sembravano molto più grandi perché la guerra li ha fatti crescere più in fretta e nei loro occhi l’orrore di tutta la tragedia Siriana.
Una grande dignità e compostezza nel racconto di ogni memoria vissuta se pur nel dolore..Nel dramma sono stato rapito dalla gioia e dalla tenerezza dei più piccoli che mi hanno regalato con i loro sorrisi dei momenti indimenticabili più di quello che io ho potuto fare per loro..
Il mio tempo l’ho dedicato ad aiutare gli uomini e gli straordinari volontari e cooperanti a caricare e scaricare aiuti e a costruire dei rifugi che li possa riparare dal gelo e dalle intemperie dell’inverno perche’nelle tende ovviamente senza acqua,luce e riscaldamento e’durissima sopravvivere..Ma soprattutto l’ho dedicato ai bambini giocando a girotondo,nascondino e studiando insieme la matematica e l’inglese..i gesti dicevano più di mille parole,alcune volte e’bastato davvero uno sguardo o una carezza per sentirsi parte di loro..ero emozionato quando facevano a gara per stringermi la mano o per darmi un bacio,in quel momento pensi di aver perso del tempo nella tua vita dietro alla futile quotidianità.
Mi hanno accolto come se fossi una persona speciale solo perché ho dedicato loro il mio tempo,sentire il loro affetto e vederli gioire e divertirsi mi ha riempito il cuore..
Nulla più mi spaventava a quel punto,ne le bombe ne i kamikaze perché mi sono sentito ‘vivo’ come poche volte nella vita..Porterò nel mio cuore i loro sguardi e i loro sorrisi ed ogni giorno che passera’ avrò sempre un pensiero per i miei cuccioli Siriani…’

A Beppe Convertini un grosso in bocca al lupo per la sua carriera artistica da parte di tutta la redazione.

Intervista realizzata da Ilaria Solazzo.

“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”

Materiale fornito a titolo completamente gratuito da Ilaria Solazzo e Beppe Convertini per
“Altroverso Magazine” ed “Altroverso Radio”.

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