francesco galati foto_altroversoFrancesco Galati si racconta…
Nasco a Roma nel 1988. Da sempre appassionato di tecnologia, dopo il liceo scientifico mi iscrivo ad ingegneria informatica, ma non riesco a farmi coinvolgere abbastanza dalle materie, nonostante la mia passione per i numeri. I due anni successivi li passo alla facoltà di Scienze e Tecnologie per i media dove entro a contatto col mondo della fotografia e delle arti visive in generale. Da questo momento in poi capisco che questa deve essere la mia strada e lascio al secondo anno la facoltà per iscrivermi alla triennale di Pubblicità, dalla quale esco con il massimo dei voti. Ora ho un mio studio fotografico e di postproduzione, dove lavoro insieme ad un ragazzo che si occupa di montaggio e di grafica 3D.

Intervista

Francesco Galati ha una vasta esperienza e nonostante ciò è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, mai banale, dispensa con umiltà consigli e allo stesso tempo accetta critiche costruttive. Percorre il mondo alla ricerca di uno scatto o di una serie di immagini capaci di gettare luce su situazioni lontane ma determinanti per il nostro future.

D. La tua passione è quella per l’immagine. Quando e come nasce? Qual è secondo te l’ambiente migliore in cui fare pratica?
R. La mia passione per le foto e per le arti visive in generale c’è sempre stata. Ovviamente non avevo mai pensato che questo potesse diventare un lavoro. La pratica si fa da soli. Leggendo manuali, sfogliando riviste, girovagando su internet e imparando ad osservare meglio quello che si ha intorno.

D. Come hai cominciato la tua attività di fotografo ? Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché?
R. È iniziata durante i primi anni di università, dove ho conosciuto ragazzi appassionati con i quali ho cominciato a condividere quest’avventura. In realtà più che ispirato da fotografi, sono ispirato da registi, perché è quello che vorrei fare “da grande”. La fotografia per me è stato ed è tuttora un mezzo per imparare le tecniche registiche e compositive. Ammiro molto Wes Anderson a livello registico e narrativo.

D. Che ingredienti ci vogliono per buttarsi in un progetto e avere successo?
R. Bisogna sapersi vendere. Devi essere l’imprenditore di te stesso. Se hai una grande idea e non la sai vendere, non farai mai strada. Devi essere bravo a convincere le persone.

D. Cosa è per te la fotografia? Cosa non è per te la fotografia?
R. La fotografia ultimamente è un calderone di retorica e di frasi banali, ma semplicemente è un mezzo di comunicazione. Poi c’è chi mette in mezzo cuori, anime, lacrime, emozioni. Su Facebook funziona sempre rendere incredibili le cose banali.

D. La tua foto preferita qual è? Se potessi conservare un’unica immagine tra le tante della tua vita, quale sceglieresti?
R. Non ho una foto preferita, ma in generale mi piacciono i ritratti.

D. Quanto conta per te la post-produzione ?
R. La postproduzione è il 50% della foto. C’è la credenza popolare che la postproduzione renda meravigliosa qualunque foto mediocre. Credenza popolare di chi non sa fare postproduzione, ovviamente.
È fondamentale immaginare la post da prima dello scatto.
La gente pensa che postproduzione sia “lisciare la pelle” e dimagrire modelle, ma non è così. È parte integrante di una fotografia e che se ne dica, si è sempre fatta anche con la pellicola. C’è questo finto purismo dilagante secondo il quale la foto deve essere bella senza ritocchi. Pur di non aprire libri e mettersi a studiare, si tenta di approssimare qualunque cosa a quella che richiede il minimo sforzo.

D. Se avessi la possibilità, chi o cosa ti piacerebbe fotografare?
R. Mi piacerebbe fare scatti per campagne pubblicitarie.

D. Un consiglio per chi vorrebbe intraprendere la tua strada?
R. Se non avete intenzione di investire tempo e migliaia di euro in attrezzature, lasciate perdere. Per farlo diventare un lavoro, purtroppo/per fortuna, è necessario tutto questo. Se vuole rimanere una passione, non ci sono regole. Andate e scattate.

D. Quali sono i problemi che si riscontrano oggi nel fotografare?
R. Grossi problemi non ce ne sono. Anzi! Con la pellicola dovevi essere parsimonioso nello scattare. Ora fai raffiche di 8 foto al secondo. Per la legge dei grandi numeri, qualcuna fatta bene esce sicuramente! 😀 Forse però proprio per questo non c’è la consapevolezza di cosa si sta facendo.

D. Guardando le tue foto (visionabili sul sito personale) ci impressiona la tua abilità nel catturare le più particolari espressioni, energia e dettagli scenici, nonché la qualità grafica delle immagini stesse. Che consigli puoi dare e cosa ti preme di più spiegare a coloro che si avvicinano al mondo – sempre più “popolato” della fotografia?
R. Trovatevi soggetti interessanti. Sperimentate, aprite libri, sfogliate riviste. Serve una cultura dell’immagine prima di pensare di poter trasmettere qualcosa.

D. Quali sono i tuoi obiettivi lavorativi futuri?
R. Attualmente mi sto occupando della regia, e spesso della direzione della fotografia di video musicali. La cosa mi soddisfa, ma vorrei puntare a spot pubblicitari avendo studiato pubblicità. Poi data anche la passione per la scrittura sto cercando di mettere su un cortometraggio, però è bene stare sempre con i piedi per terra e non gasarsi oltremodo. No vabbè, in realtà ogni tanto fa bene gasarsi oltremodo 😀

A Francesco Galati un grosso in bocca al lupo per la sua carriera artistica da parte di tutta la redazione.

Intervista realizzata da Ilaria Solazzo.

Materiale fornito a titolo completamente gratuito da Ilaria Solazzo e Francesco Galati per “Altroverso Magazine” ed “Altroverso Radio”.

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