Nuovo disco ancora da stampare per questo grandioso artista su etichetta Systematic.

Con la prima traccia stiamo scrivendo la scenografia di un film in stile DRIVE, ma con un’ atmosfera noir più sexy e sensuale. Voci con effetto flanger accompagnano l’intero pezzo. Pad in stile violino, un synth caldo e avvolgente ma allo stesso tempo pungente.

La seconda traccia si fa più drammatica e seria. Un primo synth cadente a sostegno di un secondo in attesa… È Tutto un gioco di synth che sembrano rincorrersi e una strumentale sincopata ma ben disposta.

Stessa atmosfera per la terza traccia, sostenuta, però, da una voluttuosa voce femminile capace di creare un visivo scontro ideologico tra inquietudine e tranquillità.

La quarta traccia è un vero inno alla dance pura di quelle ballate che non si scordano mai…

Calda con una punta di oscurità giusto ritmo avvolgente: una bomba da dancefloor. E si va sempre più giù nel profondo.

La Traccia 5 è una danza ironica, ma al tempo stesso incute timore. Un giro a salire che fa sballare e tamburi ovunque con effetto metallico e palleggio ritmico da rumba!!!!

Il punto di cesura dell’album lo troviamo nella traccia sei: si passa da un clima freddo ad una ipotetica Los Angeles culprittiana. Track tutta su trombette e occhiali da sole.

La sette si apre in un clima celestiale fatto di voci in riverbero e bassi danzanti da una parte all’altra delle orecchie. Pezzo di una maturità acclamata.

La otto è una traccia decisamente ambientale con un intro di voci in lontananza che accolgono un basso palleggiato molto simpatico, chitarre … il tutto produce una sinfonia un po’ retrò ma con la qualità e la tecnica di oggi.

La nove parte decisa con un loop ridondante e un campione vocale che insieme potrebbero girare una notte intera. Ma invece subito dopo strumentali a go go a riempire e lanciare il pezzo dieci.

La decima una traccia tipicamente house.

L’undicesima = artista eclettico. Un genio del suono. È passato di nuovo al velluto. Disco cantato deep house di livello. Maestro. L’album si chiude con una introspezione. Si abbassano i bpm e salgono i pensieri. Poco da dire. Chiudere gli occhi e ascoltare.

Traccia dodici? Stiamo dentro un micro club berlinese che suona questo disco e siamo tutti seriamente contenti. Ecco la sensazione all’ascolto di questa “bomba atomica” del suono. Big up! Un’ora e un quarto di pura maestria musicale.

Pezzner ci da dimostrazione di versatilità mantenendo alta la qualità. Cosa molto rara per chi si cimenta alla variazione stilistica. Non ci resta che consigliarvi l’acquisto di questo album in uscita l’8 novembre.
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BW // music take us where words can’t

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