gianluca cecconello_AltroversoAutobiografia: Sono nato a Monselice (Pd) dove ho iniziato gli studi di recitazione. E proprio lì che ho mosso i primi passi come attore e presentatore fino a quando mi sono trasferito a Roma perfezionandomi come attore e come performer di musical. Col passare del tempo, compresa anche una breve parentesi a New York, sono diventato un attore versatile dividendomi tra il teatro, il cinema e la televisione, ma impegnandomi anche come doppiatore e presentatore.

Intervista a Gianluca Cecconello

D. Quando hai scoperto il teatro e deciso di voler fare l’attore? Come hai mosso i primi passi della tua carriera?
R. Ho scoperto di voler fare l’attore all’età di quattordici anni mentre frequentavo un corso di teatro durante la scuola superiore, fu l’esperienza che mi cambiò la vita… interpretavo tre ruoli ed era come se avessi recitato da sempre. Da allora ho iniziato subito a studiare, frequentando corsi di teatro e dizione serali, vi lascio immaginare le prese in giro, perché parlavo in dizione a quattordici anni in un paesetto della pianura padana. I miei primi spettacoli sono stati i saggi delle scuole di teatro e quelli della scuola superiore. Poi a sedici anni ho cominciato anche a presentare alcuni concorsi canori locali, scoprendo che il pubblico e il palco erano la mia passione. Sbarcato poi a Roma, il grande salto arrivò nel 2002, quando il “ Dott. Garinei”, il Maestro Gino Landi e il Sistina mi scelsero per la commedia musicale “Aggiungi Un Posto A Tavola” e da li seguirono commedie, musical, fiction, film, spot, tv e doppiaggio.

D. Il tuo modo di concepire il teatro presuppone un “attore cosciente di quello che sta facendo”, ci descrivi come interpreti il tuo mestiere e il tuo rapporto con il Teatro?
R. Si dice spesso che il teatro è verità, che il teatro è terapia ed io confermo il tutto al cento per cento! Il teatro, però, a volte può essere una “brutta bestia” perché ti spoglia di ogni veste e maschera che porti, non c’è ruolo che non ti metta a nudo e per interpretare quel personaggio devi vincere tutto, te stesso in primis. Io amo passare da un ruolo a un altro, da un’epoca ad un’altra, da un contesto ad un altro e più un personaggio è diverso da me più è intrigante ed eccitante riuscire a essere Lui, pensare come lui, agire come lui… diventare ed essere un personaggio “x” è proprio il bello di questo mestiere! Grazie al teatro, ogni volta che salgo su un palcoscenico per recitare, è come se partissi per un viaggio e mi trovassi ad un tratto in un’altra realtà, dove sono qualcun altro e vivo per un po’ un’altra vita! E poi è una sensazione unica riuscire a sentire come vive il pubblico che ti osserva… a volte non riesco a spiegare quanto sia bella, importate e fondamentale questa fusione tra me e il pubblico in sala.

D. Qual è l’esperienza professionale che ti ha dato finora maggiori soddisfazioni?
R. L’esperienza che mi ha dato maggior soddisfazione è il teatro per ragazzi. Non l’avrei mai detto, ma lavorare per i bambini è al tempo stesso la cosa più difficile e, ora che l’ho provato, la più facile. Ho recitato per tre anni nella compagnia stabile del Teatro Eliseo a Roma e ho scoperto che i bambini e i ragazzi sono davvero puri, non hanno schermi, e tu o gli piaci o no, o ti applaudono o ti fanno “Buuuu”. Forse era più semplice facendo il protagonista arrivare ai ragazzi e colpirli, ma l’emozione più grande di quando partecipavo agli spettacoli, era quando tifavano per il mio personaggio e quando mi aspettavano per spiegarmi quello che avevano vissuto… in molte occasioni mi sono commosso!

D. Tra i personaggi che hai interpretato qual è quello al quale sei più legato? e quello che più rispecchia la tua vera personalità?
R. Il personaggio al quale sono più legato è Nicola, è un giovane fraticello che arriva a indossare il saio per restare accanto allo zio malato e seguirne le sue orme… l’ho interpretato per alcuni anni nel musical “E Sulla Onde Viaggiò” dove si narrava la vita di San Francesco di Paola. E’ un personaggio che mi ha cambiato anche internamente, grazie a lui mi sono reso conto che nella vita possiamo anche sbagliare, avere dei cedimenti personali e soprattutto che sdrammatizzare aiuta a prendere meglio la vita. E’ davvero complicato trovare un personaggio che rispecchia la mia personalità, o probabilmente a oggi non ho ancora interpretato qualcuno che si avvicini così tanto a me, ma di sicuro molti dei personaggi che ho interpretato hanno dei lati o degli aspetti che mi rispecchiano.

D. Che tipo di personaggio e che tipo di spettacolo ti piacerebbe interpretare?
R. Per anni ho sempre interpretato il bravo ragazzo, il ragazzo della porta accanto, il principe… ma fortunatamente da qualche tempo mi stanno dando ruoli più duri, più cattivi. Mi piacerebbe interpretare uno psicopatico, un serial killer. Invece gli spettacoli a cui mi piacerebbe partecipare sono principalmente di due tipi: una commedia brillante e un dramma!

D. Un attore, un’attrice e un regista con cui ti piacerebbe lavorare quest’anno?
R. Tra gli attori scelgo Pierfrancesco Favino e tra le attrici Giovanna Mezzogiorno. I registi sono due: Veronesi ed Ozpetek.

D. Da quali attori stranieri trai ispirazione e insegnamento?
R. Qui i nomi sono molti, sono soprattutto americani: Heath Ledger, Jake Gyllenhaal, Michael C. Hall, Tom Cruise, Ben Stiller, Johnny Deep e altri che ora non mi vengono in mente. Per passare poi a quelli che hanno fatto la storia come: Dustin Hoffman, Robert De Niro, Robert Redford, Al Pacino e molti altri ancora. Più che ispirazione, li scruto nel lavoro che sono riusciti a fare per interpretare ogni loro personaggio e le sfumature che gli hanno dato e ogni volta che riguardi gli insegnamenti non finiscono davvero mai!

D. Nella carriera di ogni artista è fondamentale essere critici, persino con se stessi. Un attore, per quanto possa negare, ha sempre dei ruoli che predilige. Tu cosa pensi della recitazione? Qual ‘è il ruolo che preferisci interpretare?
R. La recitazione? Non è per tutti, soprattutto se si vuole vivere appieno. Costa molta fatica, passione e dedizione. E’ quasi una missione, essendo un lavoro il cui fine è di generare emozioni in altre persone. Deve essere presa per quello che è, per quello che ti serve… e poi va messa in pausa fino al ruolo successivo, altrimenti si rischia di perdersi. A me piacciono molto quei ruoli che a un certo punto hanno un risvolto nel corso della storia, mi piace lavorare e combattere, quindi preferisco ruoli più difficili e più complicati da interpretare. Mi piacciono anche i personaggi chiave e sicuramente quelli più leggeri e divertenti.

D. Quali qualità deve avere un attore per emergere in questo periodo?
R. E’ brutto dirlo, ma negli ultimi anni sembra sia fondamentale la bellezza. Mi rassicura il fatto che ultimamente sono richiesto per provini dove cercano “attori bravi” e che parlino in italiano, anche quest’ultima cosa veniva meno fino a qualche tempo fa.

D. Nel corso della tua carriera hai mai dovuto scendere a compromessi?
R. Le occasioni si sono presentate, ma non ci sono davvero mai arrivato. Sarò all’antica ma è più forte di me, non riesco a scendere a nessun tipo di compromesso e non è bello quando ti vengono soffiati via ruoli su ruoli proprio per questo motivo. Devo ammettere, comunque, che non è sempre così.

D. Spesso si sente dire che la maggior parte della gente non apprezza il teatro impegnato. Secondo te è vero?
R. No! Il problema non è che la gente non apprezza più il teatro impegnato, ma che la gente ha perso l’abitudine ad andare a teatro e quando ci va preferisce qualcosa di più leggero o, nelle peggiori delle ipotesi, ci va solo per vedere un personaggio famoso.

D. La tua carriera è in ascesa: aspiri ad esperienze internazionali?
R. Assolutamente sì, lo voglio! Impazzisco solo all’idea, prenderei subito il primo volo!

D. C’è un sogno professionale che non hai ancora realizzato ?
R. Lavorare come attore in America e interpretare ruoli su ruoli in film e serie americane e calcare qualche teatro a Broadway. Ma non disdegno per niente anche la Spagna e la Francia.

D. A cosa ti dedichi nel tuo tempo libero?
R. Nel tempo libero amo scrivere testi teatrali ed insegnare recitazione in accademie specializzate e nelle scuole a bambini, adolescenti e adulti.

D. Un tuo sogno nel cassetto è… ?
R. Mettere in scena i testi che scrivo e che continuano a frullare in testa.

D. Progetti futuri?
R. In pentola ci sono vari progetti, ma non essendo ancora certi… preferisco non parlarne.

D. Dai un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la tua stessa carriera…
R. Studiate! Il teatro è davvero terapia, e aiuta a vivere meglio! Cercate di formarvi, di essere preparati. Il lavoro poi arriva, così come la gavetta e l’esperienza sono necessarie per affermarsi e diventare qualcuno nel mondo dello spettacolo, ma anche nella vita.

A Gianluca Cecconello un grosso in bocca al lupo per la sua carriera artistica da parte di tutta la redazione.

Intervista realizzata da Ilaria Solazzo.

“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”

Materiale fornito a titolo completamente gratuito da Ilaria Solazzo e Gianluca Cecconello per “Altroverso Magazine” ed “Altroverso Radio”.

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