massimo insabato fotoAutobiografia: professionista da 15 anni collaboro con le maggiori testate italiane e internazionali. Fotografo ufficiale del “Grande Fratello”, seguo tutti gli avvenimenti sportivi a Roma dagli internazionali di tennis all’atletica, al nuoto, al campionato di serie A di calcio, la nazionale italiana di calcio ed anche la formula uno a Monza. Seguo tutte le trasmissioni della Rai e i festival del cinema di Roma e Venezia. Dimentico sicuramente qualcosa!

Intervista a Massimo Insabato.

D. Come è nata in te questa passione per la fotografia? Quando hai iniziato ad appassionarti di fotografia?
R. Tutto è cominciato quando ho trovato in casa la vecchia macchina fotografica di mio padre morto quando avevo 4 anni. Ho cominciato ad usarla e da li è nato tutto. Prima come hobby, poi piano piano dopo aver frequentato corsi e preso attestati è diventato il mio lavoro. Volevo fare il fotografo di calcio da piccolo, e piano piano solo con le mie forze ci sono riuscito. Il fatto di non dover ringraziare nessuno se non me stesso mi rende molto orgoglioso.

D. A che miti della fotografia prendi spunto? Qual è la tecnica che prediligi? Perché?
R. Non mi ispiro a nessuno, penso che la fotografia sia un espressione artistica personale e come tale ognuno di noi ha la sua tecnica. Adoro il bianco e nero molto contrastato, bianco che sia bianco e nero che sia nero… Non foto grigie e spente ma molto contrastate.

D. Quanto a tua opinione muta il ruolo del fotografo nella società odierna ? Mi riferisco in primis al passaggio dal rullino al digitale e alla semplicità di utilizzo di macchine fotografiche  professionali da parte di tutti  o quasi i soggetti, oltre ovviamente all’abbattimento dei costi.
R. Il fotografo ormai non è più visto come una figura professionale. Poche persone lo riconoscono come tale. Con tutta questa tecnologia tutti si sentono fotografi e la qualità del prodotto è diminuita. Non si ha più cultura fotografica. Oggi si fotografa tutto e ci sono troppe fotografie in giro. Si è perso tutto il fascino dell’istantanea. Basti pensare che la risposta più frequente alla presentazione di un preventivo per un lavoro e’: ma come cosi tanto ? E che ci vuole a fare due foto… La macchina fotografica bisogna saperla usare, bisogna studiare la luce e come usarla. Non basta mettere impostazioni automatiche e passare giornate intere sul pc per sistemare gli errori fatti in ripresa.

D. Qual è il tuo scatto migliore? Cosa rappresenta per te? Che tecnica hai utilizzato? Cosa volevi sublimare nell’immagine? Qual era la vera essenza?
R. Più che scatto migliore direi scatto che mi ha dato più soddisfazione personale. Una foto del gol di Alessandro Florenzi della Roma in rovesciata che è diventata una figurina panini per la collezione 2013-2014. Da piccolo collezionavo figurine quindi puoi immaginare la mia soddisfazione. Mai avrei pensato che un giorno una mia foto sarebbe finita su un album.

D. Come dovrebbe iniziare un giovane che si appassiona di fotografia? Cosa dovrebbe fare? Quali sono le mosse giuste da seguire in questo mestiere? Quanto la crisi economica influisce?
R. Oggi come oggi sconsiglierei a chiunque di pensare di fare il lavoro di fotografo. A livelli editoriali i soldi non ci sono più, quasi tutto va su internet a prezzi stracciati. Molti giornali falliscono, altri non pagano. A livello privato non va diversamente. Nessuno vuole più pagare per fare foto. I book fotografici si fanno gratis perché chi compra una macchina fotografica comunque ha un altro lavoro e per fare esperienza fa fotografie gratuite ad altrettante aspiranti modelle che non pagano, ovviamente per essere ritratte. Forse le cerimonie ancora sono l’unica cosa che fa girare dei soldi. Anche se tutti cercano l’amico con la macchina fotografica, o il pasticcere all’angolo che la domenica non lavora e fa matrimoni e via dicendo… il tutto per risparmiare, ma la scarsa qualità alla fine si vede… ovviamente quando è oramai troppo tardi per cambiare. Tutti possono comprare una macchina fotografica, ma non tutti devono spacciarsi per fotografi.

D. Cos’è per te la fotografia? E Cosa non dovrebbe essere invece?
R. Per me è tutta la mia vita. Sono 15 anni che faccio questo lavoro con passione e sacrifici. E’ anche il mio hobby…perché nel poco tempo libero che ho amo comunque fare foto.

D. Quanto psicologicamente parlando, uno che svolge la tua professione , deve essere malleabile e riuscire a mettere a proprio agio la persona che si fotografa, cogliendone i tratti salienti?
R. Il rapporto fotografo e soggetto ritratto è fondamentale per la buona riuscita delle foto, se non c’è feeling tra le due parti il lavoro ne risente. Un bravo fotografo è colui che riesce a mettere a proprio agio i soggetti da ritrarre. Un bravo fotografo non deve sentirsi Helmut Newton… bisogna sempre essere modesti e tenere i piedi per terra.

D. Perché una persona  dovrebbe affidarti i suoi ricordi? Ossia poniamo l’esempio che ti propongano di  fotografare le nozze di una coppia VIP. Il giorno più bello della loro vita, indimenticabile, dove ogni minimo errore potrebbe rovinare quel clima gioioso e di festa. Tu sai che devi immortalare  quei momenti unici cogliendone l’intensità. Ti senti sempre in grado di farlo? Non ti assale mai la paura di sbagliare?
R. Lavorare con i vip è difficile. Sono molto esigenti. Ma con anni di esperienza la paura di sbagliare oramai non c’è più… C’è solo la paura che l’attrezzatura possa rompersi nel momento meno opportuno! Mi sento in grado di farlo non per presunzione, ma perché ho tanti anni di esperienza alle spalle. Se mi affidano i loro ricordi è logicamente perché hanno riconosciuto le mie capacità.

D. Oltre alla tua vena artistica nel campo della fotografia sei anche una persona di cuore , quanto  la tua sensibilità dunque, influisce sui tuoi lavori?
R. La sensibilità è la componente primaria per poter capire le persone, la loro vita, la loro storia e quindi tirarne fuori la vera essenza. Non basta fare click su una macchina fotografica, una buona foto si ottiene quando si riesce a tirar fuori l’anima della persona ritratta.

D. A cosa ti dedichi nel tuo tempo libero?
R. Lavorare per i giornali lascia veramente poco tempo libero, comunque come ti ho detto prima il mio lavoro è anche il mio hobby quindi fotografo anche nel tempo libero.

D. Tra le varie nazioni visitate e fotografate quale porti nel tuo cuore e perché?
R. Parigi e la Francia in generale. Un altra cultura, un altro modo di pensare. Mi piace il sentir parlare francese.

D. Un tuo sogno nel cassetto è… ?
R. Il mio sogno era fare questo lavoro e ci sono riuscito. La speranza è che io possa continuare a lavorare come fotografo per tantissimi anni ancora.

D. Progetti futuri?
R. Nessun progetto futuro, vivo alla giornata!

A Massimo Insabato un grosso in bocca al lupo per la sua carriera artistica da parte di tutta la redazione.

Intervista realizzata da Ilaria Solazzo.

“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”

Materiale fornito a titolo completamente gratuito da Ilaria Solazzo e Massimo Insabato per “Altroverso Magazine” ed “Altroverso Radio”.

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